Le tavole della storia – Palazzo delle Stelline Milano

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Le tavole della storia - Palazzo delle Stelline Milano

Progetto e Direzione Lavori:
Ulderico Lepreri

Tavola e cultura: un binomio che, nei secoli, si è sviluppato su piani diversi e complementari. Teatro, opera, cinema, letteratura, arti figurative, storia... già perché il momento di svago, ma anche l'occasione ufficiale, nella fiction come nella realtà, hanno spesso richiesto di essere suggellate "a tavola", tavola ovviamente intesa come massima espressione d'arte. L'architetto Lepreri, con la prima mostra "Tavole e Favole" tenutasi a Palermo nel 1995, e presentata nel 1996 a Firenze presso la Fortezza da Basso, e con le due mostre presentate a Milano, "Le Tavole Verdiane" e "Le Tavole della Storia", sembra decisamente orientato ad analizzare e a concretizzare questi legami possibili: con la mostra dedicata a Verdi il legame fra tavola, opera lirica e teatro, con la mostra "Le Tavole della Storia" quello con l'arte figurativa. Parliamo qui dell'ultima esposizione che si è svolta a Milano presso la Fondazione delle Stelline. Il punto di partenza è stata la considerazione che moltissimi pittori hanno concentrato la loro creatività proprio sul momento conviviale del banchetto: Rousseau, Renoir, Picasso, persino Andy Warhol. Ecco dunque il progetto: una mostra che, sulla suggestione di un'opera pittorica, creasse tavole imbandite che con essa avessero un legame dettato dall'affinità o anche solo dalla suggestione. Collezioni storiche oppure oggetti di gusto contemporaneo di alcuni dei marchi più significativi. Le aziende che espongono i loro oggetti non sono state scelte a caso, essendo le più significative rappresentanti dei vari settori di produzione. Ci sono i cristalli francesi di Saint-Louis, vetreria reale di Francia fin dal 1586 e quelli di Sevrès, la manifattura appartenuta alla Marchesa di Pompadour. I marchi svedesi Orrefors e Kosta Boda, con il loro cristallo frutto di tecniche raffinate. Poi la produzione di nomi storici quali Hermès, Lalique, Christofle. Le porcellane stilisticamente perfette di firme francesi come Haviland, Jean Louis Coquet o inglesi come Spode, Royal Worchester fornitrici della nCasa Reale britannica. Ad esse va aggiunto Portmeirion che trasferisce nei suoi decori la cromaticità dei acquarelli ottocenteschi. La magia del vetro di Murano e presente negli oggetti di Nason & Moretti e di Venini. Il design moderno è quello di Alessi e Mono Design. Ognuno è stato presentato con un allestimento ispirato a celebri opere pittoriche e animate da attori e musicisti che interpretavano brani letterali e musicali inerenti al tema della mostra. Una carrellata storica sull'evoluzione degli oggetti della tavola attraverso immagini, descrizioni grafiche e esposizioni di pezzi storici. La tavola di ieri, infatti, come quella di oggi, e un palcoscenico dove si svolge l'importante rito di offrire i cibi e il vino. Non solo per il piacere dei sensi, perché per il suo arredo, diventa memoria, rappresentazione sociale centro della vita familiare. Imbandire la tavola è un atto di cultura, un' espressione della propria personalità e contribuisce a rendersi garanti della felicità dei convitati, come suggerisce in uno dei suoi aforismi Brillal-Savarin. Gli oggetti della tavola testimoniano gli stili tradizionali e le proposte innovative, i materiali nobili e quelli più funzionali, dimostrando la vitalità dell'artigianato e dell'industria in un campo che bene si è meritato l'appellativo di "Arte della Tavola". Centro di attenzione da parte di tanti artisti, che l'hanno rappresentata nei loro dipinti o descritta con la loro penna, la tavola snoda la sua storia nel tempo. Dalle mense medioevali al banchetti rinascimentali, dalla scoperta europea della porcellana nel Settecento all'affermarsi del design industriale, gli oggetti dell'arredo tavola attraversano gli anni, segnano le mode e restano come testimonianze di un fatto rituale come quello di condividere il cibo. Elenco delle opere scelte: "Colazione e flauto" (1950) di Fausto Pirandello per Mono-Design;
l' "Ultima Cena" di Andy Warhol (1986) per Alessi;
"Interno" di Pierre Bonnard (1920) per Christofle;
"Il giardino" di Pierre Auguste Renoir (1876) per Haviland;
Il "Banchetto delle Muse" di Giuseppe Bazzani (1740) per Jean Louis Coquet;
"I sette vizi capitali" di Adriana Fabbri Bisi (1918) per Lalique;
Il "Banchetto per le nozze di Teodolinda e Agilulfo" (metà del XV secolo) per Kosta Boda;
il "Giaguaro che attacca un cavallo" di Henri Rousseau (1910) per Hermès;
"Attesa al caffé" di Titina Maselli (1960) per Orrefors;
. "Nozze di Cana" di Carlo Bononi per Royal Copenhagen;
"Cucina" di Vincenzo Campi (seconda metà del XVI secolo) per Portmeirion;
"Il Caffè Florian nel Settecento" (1909) di Alessandro Milesi per Venini;
L'opera "Arlecchino e la sua amica" di Pablo Picasso (1901) per Saint-Louis;
Il "Banchetto del figliol prodigo" di Vittorio Maria Biraghi (1692) per Spode;
il "Banchetto di Enea e Didone" (anonimo, metà del XVI secolo) per Royal Worcester;
"Il banchetto in casa di Baldassarre" attribuito a Agostino Salloni per Cristal De Sèvres.

Data: 1998

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